Ho segnalato qui il dibattito nato dall’articolo di Neal Gabler uscito sul “New York Times” il 14 agosto, notevole soprattutto per la sua mancanza di originalità. Gabler deplora che i nuovi media producano un eccesso di informazione e un deficit di sapere o, meglio, di “grandi idee”. Siamo tutti – come certi personaggi di Molière e certi politici italiani – lettori del Fedro a nostra insaputa.
Chi volesse un commento un po’ più serio può leggere la mia segnalazione. Qui aggiungo soltanto che un mondo di media – e di moltitudini – frammentate e con meno academic star rischia di essere assai più ricco e interessante. E’ più facile diventare stelle raccontando alle masse quello che si aspettano di sentire che cavalcando con le Valchirie.