Archive for ‘uso pubblico della ragione’

23 settembre, 2017

Un’idea di università: una nuova traduzione di Wilhelm von Humboldt

Bust of Wilhelm von Humboldt, by Bertel Thorvaldsen, 1808

L’ università disegnata da Wilhelm von Humboldt all’inizio del XIX secolo, con la sua unione di didattica e ricerca per il superamento del sapere cristallizzato dei manuali scolastici, è qualcosa che molti pensano di conoscere già. Non tutti, però, hanno letto il testo classico di cui il Bollettino telematico di filosofia politica propone alla revisione paritaria aperta una nuova traduzione sotto licenza Creative Commons by-sa.

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1 Maggio, 2017

Camminare davanti a Zenone: un esperimento di revisione paritaria aperta

Raffaello, Particolare della Scuola di AteneLa revisione paritaria (peer review) è una parte importante della procedura che conduce alla pubblicazione di un articolo in una rivista scientifica tradizionale, costruita e pensata per la tecnologia della stampa. A due o più studiosi di campi disciplinarmente pertinenti, selezionati discrezionalmente dalla redazione della rivista e protetti dall’anonimato, viene chiesto di pronunciarsi ex ante sulla pubblicabilità di un testo. Quanto i revisori scartano non vede la luce; e, analogamente, rimangono nell’ombra i loro pareri e la loro eventuale conversazione con gli autori, che ha luogo solo per interposta persona.

La revisione paritaria aperta ed ex post consente invece di rendere pubblica l’intera discussione e di riconoscere il merito dei revisori, i quali, come gli autori, rinunciano all’anonimato.

In questo spirito, il Bollettino telematico di filosofia politica propone alla revisione paritaria aperta due articoli appena pubblicati:

Questo è solo l’inizio:  l’articolo continua qui.

16 marzo, 2016

VQR: la sottomissione della mia amministrazione

Nel comunicato con cui l’ANVUR dichiara conclusa la sottomissione dell’università italiana sono inclusa tra gli ubbidienti. L’atto di sottomissione, però,  è stato compiuto dalla mia amministrazione e non da me.

Per assicurare, per quanto è in mio potere, la trasparenza per la quale l’ANVUR non brilla, racconto qui che il testo amministrativamente sottoposto alla VQR è la versione, cartacea e quindi meno aggiornata, di questo ipertesto, già da tempo esposto all’uso pubblico della ragione. Come già fatto la volta scorsa con esiti piuttosto interessanti, mi impegno a render pubblici qui i risultati della VQR subita dal mio testo anche e soprattutto se fossero negativi.

Questa volta, in più, scriverò una lettera aperta alla Società italiana di filosofia politica per farle sapere che e perché condivido tutte le richieste delle petizione #stopVQR e per segnalare al mio anonimo revisore che può guadagnarsi i suoi 30 euro senza addentrarsi in improduttive questioni di filologia kantiana, semplicemente rilevando la devianza ideologica dell’introduzione del volume del quale dovrà valutare, di nascosto, la Qualità dell’Obbedienza.

16 febbraio, 2016

Diritto di ripubblicazione in ambito scientifico: proposta di modifica alla legge sul diritto d’autore

Ci sono studiosi che lavorano perché la scienza sia aperta e libera, invece che povera, chiusa, e stretta distopicamente nella tenaglia  del big business e del big government. L’AISA propone alla consultazione pubblica una modifica alla legge sul diritto d’autore per garantire almeno ai ricercatori finanziati dai contribuenti un diritto di ripubblicazione in ambito scientifico – vale la dire la facoltà di mettere a disposizione di tutti, dopo un tempo ragionevolmente breve, articoli e saggi il cui copyright è stato ceduto agli editori.

Non è un’utopia: una norma simile  è già vigente in Germania e in Olanda. La proposta è qui: chi ha suggerimenti per renderla migliore ce lo faccia sapere.  Vogliamo essere valutati.

3 ottobre, 2015

Sulla revisione paritaria anonima

L’anonimità dell’esaminatore è […] un’idea sciocca e scandalosa. Chi deve firmare un giudizio e quindi mettere in gioco la propria rispettabilità sta bene attento a quel che scrive, mentre – e si potrebbe produrre un gran numero di esempi al riguardo – un recensore anonimo può permettersi il lusso di emettere giudizi affrettati, superficiali o anche di fare affermazioni palesemente sbagliate, con gli intenti più disparati, senza dover pagare alcun prezzo per questo. Il diffondersi delle procedure di selezione mediante il ricorso a valutatori anonimi, lungi dal garantire la serietà e l’obbiettività del giudizio – si sostiene che il valutatore anonimo sarebbe libero di esprimersi senza le reticenze dettate dai suoi eventuali rapporti di conoscenza o amicizia con il valutato o dal timore di rappresaglie – induce comportamenti poco etici se non addirittura scorretti. Che bisogno c’è dell’anonimato? Una persona che appartiene al mondo della ricerca e dell’università dovrebbe essere capace di conformarsi a criteri di “scienza e coscienza” e non avere il timore di difendere le scelte compiute su tali basi.

Non l’ho scritto io. L’ha scritto il matematico Giorgio Israel in un libro del 2013, Chi sono i nemici della scienza?, che ho scoperto troppo tardi.  Perché veneriamo istituzioni così condiscendenti con le nostre viltà?