5 giugno, 2019

Grazie a chi mi ha votato!

Ho avuto più di 400 preferenze. Sono poche, nel senso che non sono state sufficienti per essere eletta, ma sono anche molte, e preziose, perché rappresentano l’inizio di un viaggio che forse altri, meglio di me, riusciranno a portare a termine.

22 Maggio, 2019

Autori d’Europa

 

aaa-1.pngMarco Calamari ha spiegato su “Punto Informatico” che cosa  avrebbe fatto se fosse stato eletto in Europa, elencando una serie di punti importanti e rinviando al programma comune europeo del Partito Pirata, anch’esso esposto per punti. È possibile metterli insieme in un’immagine leggibile? Ci provo.

La rivoluzione digitale, rendendoci tutti scrilettori,  ha trasformato il diritto d’autore in una questione d’interesse comune.

Il diritto d’autore si chiama così perché nasce come diritto di chi scrive e  non come diritto dell’editore o della piattaforma. Sono un autore se, parlando in pubblico, posso decidere che cosa dire, quando dirlo, come e sulla base di che dirlo. Se invece non ho il controllo di quanto scrivo, perché se lìè preso l’editore o perché sono trattato come un fascio di nozioni per l’uso, al di sotto della mia consapevolezza, dei signori della manipolazione, non sono più un autore e neppure una persona: sono un dato, che viene fatto parlare e danzare entro progetti il cui disegno e il cui senso non è costruito da me.

Il diritto d’autore e il diritto alla privacy sono due facce della stessa medaglia.  L’esclusiva della sfruttamento economico, che conferisce al diritto d’autore un effetto censorio, è secondaria: possiamo infatti  immaginare forme di remunerazione sociale dell’autore diverse dal monopolio politicamente conferito.  Il diritto d’autore, vocato alla pubblicazione e il diritto alla privacy, vocato alla riservatezza, confluiscono nel mio diritto  a parlare in pubblico con la mia voce –  che può realizzarsi pienamente solo se le mie fonti sono prevalentemente dissequestrate del copyright editoriale, vestigia dell’età della stampa.

Questo diritto, preso sul serio, implica l’elezione diretta di un’assemblea costituente europea, che scriva una costituzione comune e che la sottoponga a referendum – una  costituzione che preveda referendum legislativi e costituzionali e strumenti per far parlare, in modo trasparente, il potere legislativo con i cittadini. L’Europa può essere dei cittadini, solo se i cittadini sono i suoi autori.

Quanto si dice per l’Europa, vale a maggior ragione per l’Italia, per la quale è sempre più urgente dissequestrare la ricerca e l’istruzione dal controllo di Big Business e Big Government, perché i cittadini possano diventare autori, e non followers, dalla propria politica, autori, e non consumatori, dell’ambiente che attorno a loro viene sfruttato e devastato, autori, e non vittime, dal loro lavoro e del loro tempo libero.

In questo momento noi non siamo autori dell’Europa: siamo dati che vengono fatti parlare o tacere al servizio e nell’interesse dell’economia e delle sue concentrazioni, ed entro raggruppamenti – gli autoctoni, i migranti, i greci o i tedeschi – predisposti e messi l’uno contro l’altro da classificatori per i quali siamo dati e non siamo persone.  Siamo ancora – o di nuovo – nell’età del privilegio, dalla quale dobbiamo ancora – o di nuovo – uscire con il diritto dell’autore, che poi è il diritto di ciascuno a essere non in primo luogo oggetto d’economia, materiale e no, ma soggetto di politica.

20 aprile, 2019

Perché sono fra i candidati del Partito Pirata italiano

Logo Partito Pirata italianoNell’ultimo decennio del secolo scorso il movimento del software libero ha contribuito a emanciparmi dall’accademia dei morti viventi aiutandomi a capire  che, a dispetto della valutazione di stato della ricerca, gli studiosi dovrebbero scrivere  per essere letti e non per altro.

Ora mi trovo a vivere in un’Unione Europea che va aggregando interessi particolari in nome di un universale che, quando non direttamente ispirato a un’ideologia economicistica, appare sempre più distante e vuoto. Tutta la sua legislazione è esposta al rischio di essere prolissa, incoerente e oppressiva come la direttiva sul copyright, esito di una partita determinata da monopoli vecchi e nuovi pur con l’assenso di chi,  in nome di valori meno privati,  è stato al gioco in cambio di qualche  briciola.

Che le libertà fondamentali di una società democratica non siano state in primo luogo difese dalla destra e dalla sinistra tradizionale, ma dalla deputata tedesca di un partito chiamato pirata – che la sua presenza sia stata determinante per far capire che l’uso e l’abuso del copyright non erano e soprattutto non sono solo questioni tecniche – meriterebbe di essere oggetto di riflessione.

Viviamo – si usa dire – in una società della conoscenza. E dalla conoscenza – dalla conoscenza come formazione libera di tutti e di ciascuno – si dovrebbe ripartire.

Questi sono gli ideali che mi hanno indotto a sostenere il Partito Pirata con la mia candidatura. Non importa, e francamente neppure me lo auguro, che sia votata o eletta io: ma è essenziale che nel prossimo parlamento europeo ci sia qualcuno, preferibilmente migliore di me, che ne porti testimonianza.

10 febbraio, 2018

Ipertesto: Wilhelm von Humboldt: un frammento di università

Brett Jordan, Central library of the Humboldt University of BerlinDopo aver tradotto – ad accesso aperto –  il celebre frammento di Wilhelm von Humboldt dedicato all’università, ho preparato un ipertesto per spiegarlo. È stato pensato per gli studenti dell’università di Pisa ma è anche parte di un progetto più ampio.  Il suo scopo principale però è aiutare chi non è particolarmente familiare con la filosofia classica tedesca a leggere uno scritto la cui raffinatezza e complessità è stata più oscurata che rischiarata dal suo mito.
Per non farmi sviare dal mito del mito di Humboldt. ho fatto una cosa molto semplice, resa possibile dalla disponibilità di una traduzione commentabile capoverso per capoverso: ho letto il frammento humboldtiano come un progetto filosofico e ho cercato di esporlo nei termini di un linguaggio più familiare – o forse, di un’altra visione del mondo.

Wilhelm von Humboldt: un frammento di università.

15 dicembre, 2017

I “Lineamenti di filosofia del diritto” di Hegel tradotti da Giuliano Marini sono digitalmente liberi

Grazie all’accordo delle eredi con l’editore Laterza in occasione del rinnovo del contratto editoriale, il formato digitale della versione italiana dei Lineamenti di filosofia del diritto di G.W.F. Hegel composta da Giuliano Marini è ora liberamente accessibile presso l’archivio “Giuliano Marini”.

Il “Bollettino telematico di filosofia politica” ospita una lunga presentazione, scritta da Nico De Federicis, per l’uso di chi desiderasse rendersi conto dell’importanza, non solo storica, di questo testo.