Un bellissimo articolo di Ludwig Edelstein, scritto in un’epoca anteriore alla mia nascita, mi ha mostrato, ancora una volta, che le mie idee non sono affatto originali.
Edelstein si chiede: perché Platone, nei suoi dialoghi, è sempre anonimo, cioè non si esprime mai in prima persona, come amano fare gli studiosi moderni?
Una prima, possibile, risposta è questa: Platone abbraccia l’ethos della ricerca pitagorico. Il pitagorico non parla mia in proprio nome perché il suo sapere deriva dalla comunità: viene pertanto attribuito a Pitagora, anche se è storicamente falso. Platone, semplicemente, usa Socrate in luogo di Pitagora.
Ma non tutti i dialoghi platonici sono socratici: nel Timeo, nel Sofista e nel Politico Socrate si limita ad ascoltare ciò che altri dicono, nelle Leggi è completamente assente. Ma anche qui Platone non si esprime in prima persona, e preferisce inventarsi qualcun altro. Questo lo differenzia dei pitagorici, che parlavano solo per bocca di Pitagora, e induce a eliminare questa ipotesi di spiegazione.
Il Socrate di Platone (Fedro 270c) non accetta l’autorità di un grande nome, a meno che la ragione non l’approvi. In Repubblica 295c si dice che non dobbiamo onorare un uomo al di sopra della verità. In Fedone, 91c veniamo esortati a preoccuparci poco di Socrate e di più della verità.
Tutti questi passi suggeriscono una tesi complessiva: la verità non è un possesso individuale, ma qualcosa al di fuori di noi, che si raggiunge solo cooperativamente. L’anonimato di Platone simboleggia il carattere oggettivo della sua filosofia. La verità è tale non perché la sostiene Platone, o perché è una sua tesi originale, ma perché può essere riconosciuta, oggettivamente, da tutti. La verità, se c’è, è indipendente da noi.
Le nostre conquiste più personali e più preziose – quelle che tutti possono condividere – sono le meno nostre.
Anche a me è capitato di leggere Platone in questo modo – senza però considerare questa interpretazione un’idea “mia”.
L’articolo di Edelstein, che si trova su Jstor, è rigorosamente – e inspiegabilmente – ad accesso chiuso. Se non vi avessi offerto questo riassunto fazioso avrei anche potuto farvi credere che la mia lettura di Platone è “originale”. In questo sistema, essere quello che si fa finta di essere è molto più facile di quanto si immagini.